AGIRE PER IL BENE DELLA COMUNITA': LE DIACONIE

di Francesca Corvo e Debora Garbarino - 01/03/2015

 

Nel Vangelo, esattamente negli Atti degli Apostoli, è descritta la vita dei discepoli nella prima comunità cristiana.
Essa consisteva nell'ascolto della Parola, la partecipazione all'Eucarestia e la condivisione dei propri beni con tutti i fratelli. Gli impegni per i servizi ai fedeli, veniva affidata ad alcuni uomini saggi e pieni di Spirito ai quali si conferiva l'incarico delle diverse diaconie.
Anche all'interno della nostra parrocchia, ci sono alcune persone che si dividono i molteplici compiti per il bene di tutta la comunità. L’insieme di tutti i loro servizi arricchisce chi vi partecipa e permette alla nostra parrocchia di avere uno sguardo variegato sulla comunità.

Il tempo non basta mai…
ma per le cose in cui si crede lo si trova sempre. Bisogna fare salti mortali per riuscire a fare tutto nell’arco della giornata. Siamo sempre pieni d’impegni e di cose da fare. Questa è la nostra realtà; viviamo in un contesto molto complesso e a volte anche complicato.

Per lo splendore della nostra chiesa due ore al mese non guastano mai…
ma bisogna anche credere in determinate cose per potere dedicare ad esse il tempo e lo spazio. Tante volte sento voci di persone che entrano nella nostra chiesa che dicono che è sempre in ordine e ben pulita. Di chi è il merito? Di tutte le signore che un pomeriggio al mese, si spendono per pulirla e metterla in ordine.
Se crediamo che la chiesa è nostra casa, il cuore della nostra comunità, non possiamo trascurarla e abbandonarla in disordine. Quando noi crediamo in qualcosa, siamo disposti a spenderci, ad impegnarci per dare valore a ciò in cui crediamo. Quando vedo queste signore che puliscono la nostra chiesa vedo nel loro gesto così umile una testimonianza viva che la chiesa per loro è importante. Nel loro servizio dato a tutta la comunità si legge il senso forte di appartenenza più di una semplice risposta ad un bisogno.

Per agevolare il lavoro delle nostre maestre un’ora e mezza è un dono prezioso…
c’è un altro gruppo di persone che si alzano presto di mattina, una volta alla settimana per fare il “portinaio” della scuola materna, un servizio nobile alle nostre maestre che nelle prime ore della giornata, devono occuparsi di tante cose e soprattutto desiderano riservare un’accoglienza calorosa e ricca di affetto ai nostri bimbi. Da parte di queste persone è un sacrificio ma lo fanno con gioia perché per la nostra scuola, è un dono prezioso. Se crediamo nelle cose, a volte non ci vuol tanto per fare del bene che va oltre l’interesse personale.

Per mantenere viva la preghiera a N.S. della Guardia trenta minuti alla settimana danno gioia a tanta gente...
la nostra parrocchia è anche un santuario dedicato a Maria Nostra Signora della Guardia. Nella routine quotidiana dobbiamo ricordarci sempre del valore del nostro santuario. Un modo migliore per mantenere vivo nella nostra memoria il valore del nostro santuario consiste nel mantenere viva la preghiera quotidiana dedicata a Maria; il rosario. È una preghiera semplice ma significativa ed essenziale per tenerci legati a Maria Nostra Signora della Guardia. Vuol essere la voce di chi confida nella custodia materna di Maria. Accoglie tante nostre voci che vengono dalle nostre famiglie portando a Maria tante situazioni in cui viviamo e le trasforma in una unica voce comunitaria che sale a Dio come preghiera, per intercessione di Nostra Signora della Guardia.
Ciascuno di noi può trovare il proprio spazio in questa preghiera anzi, siamo invitati a rendere ad essa il suo senso comunitario con la nostra presenza. La devozione a Maria Nostra Signora della Guardia fa parte della nostra tradizione.
Ma per essere custodi fedeli di tale tradizione ci viene chiesto di essere custodi costanti della preghiera del santo rosario. Ogni giorno dalle 16.30 alle 17.00 nell’ora solare e dalle 17.30 alle 18.00 nell’ora legale, abbiamo trenta minuti che possiamo regalarci nella preghiera a Maria. Non dobbiamo pensare che sono gli altri ad occuparsene, ma dobbiamo maturare la consapevolezza che siamo noi ad essere garanti di questo momento. Sappiamolo, la serietà e l’assiduità nel cammino di fede non concedono nessuna delega ma ci mettono in moto in prima persona.

 

 
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