San Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo
il Maggiore, san Jacopo o Iacopo (...; Giudea,
43 o 44), è stato un personaggio del Nuovo Testamento,
apostolo e martire ebreo. Uno dei dodici scelti da Gesù.
Giacomo e suo fratello Giovanni, figli di Zebedeo e
Salomè, nati a Betsaida, erano pescatori insieme
al padre sul lago di Tiberiade.
Giovanni e Andrea furono, secondo il quarto vangelo
(scritto, secondo la tradizionale identificazione cristiana,
dallo stesso Giovanni), i primi discepoli di Gesù,
che essi seguirono dopo che Giovanni Battista lo aveva
indicato loro come il Messia. Il loro incontro avvenne
subito dopo il battesimo di Gesù, probabilmente
nell'anno 28 (o nel 31 secondo alcuni). Ai due si unirono
quasi subito i rispettivi fratelli, Giacomo e Simone
(Pietro).
Giacomo e Giovanni furono da Gesù soprannominati
Boanerghes ("figli del tuono") per
sottolineare l'inesauribile zelo di cui erano dotati
questi apostoli, ma anche il loro temperamento impetuoso.
Nasce poi il collegio apostolico; Gesù ne costituì
Dodici che stessero con lui: Simone, al quale impose
il nome di Pietro, e subito al secondo posto dopo di
lui, Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo.
Insieme agli altri apostoli, essi accompagnarono Gesù
durante la sua vita pubblica, e alcuni episodi mostrano
come Giacomo facesse parte della cerchia dei tre più
fidati.
Con Pietro fu testimone della trasfigurazione, della
resurrezione della figlia di Giairo e dell'ultima notte
di Gesù al Getsemani. Come appare evidente, sono
tre situazioni molto diverse: in un caso, Giacomo e
gli altri due apostoli sperimentano in modo diretto
la gloria del Signore, vedendolo a colloquio con Mosè
ed Elia; in occasione della resurrezione della figlia
di Giairo, assistette ad uno dei miracoli più
toccanti compiuti dal Maestro e ancora, al Getsemani,
si trovò di fronte alla sofferenza e all'umiliazione
di Gesù, al suo aspetto più umano.
Una tradizione risalente almeno a Isidoro di Siviglia
narra che Giacomo andò in Spagna per diffondere
il Vangelo. Se questo viaggio avvenne, fu seguito da
un ritorno dell'apostolo in Giudea, dove, agli inizi
degli anni 40 del I secolo il re Erode Agrippa I «cominciò
a perseguitare alcuni membri della Chiesa, e fece uccidere
di spada Giacomo fratello di Giovanni». Giacomo
fu il primo apostolo martire.
Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea, i
suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono
a portarlo miracolosamente sulle coste della Galizia.
Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato
scoperto nell'anno 830 dall'anacoreta Pelayo in seguito
ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato
di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i
resti dell'Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il
luogo venne denominato campus stellae ("campo
della stella") dal quale deriva l'attuale nome
di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia
(Spagna). Eventi miracolosi segnarono la scoperta dell'apostolo,
come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane
della reconquista nell'840, durante la battaglia di
Clavijo ed in altre imprese belliche successive. La
tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medievali,
tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti
Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata
la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata.
L'iconografia del Santo è quanto mai varia.
Giacomo è raffigurato, in un primo tempo, come
apostolo, con tunica , mantello, il libro o il rotulo
e la spada con la quale fu decapitato.
Successivamente (a partire dal sec. IX) alla figura
dell'apostolo prevale la figura di S. Giacomo pellegrino
evangelizzatore di Spagna che viene raffigurato con
bordone, bisaccia, rocchetto e conchiglia.
Numerose sono infine le rappresentazioni di S. Giacomo
che, in sella ad un bianco destriero, mette in fuga
i mori impugnando la spada e lo stendardo con la croce
che porta il suo nome; questo tipo iconografico si ispira
alla leggenda della battaglia di Clavjo (834) durante
la quale il Santo sarebbe apparso sul suo cavallo portando
alla vittoria l'esercito cristiano.
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